Al giorno d’oggi – ed è il caso di dire per fortuna – siamo molto più consapevoli delle dinamiche che caratterizzano le relazioni. Questo porta, di riflesso, a riconoscere prima quelle tossiche e a mettersi d’impegno per uscirne. Quali sono i consigli utili al proposito? Vediamoli assieme nelle prossime righe.
Come riconoscere una relazione tossica
Riflettere sullo stato di salute della propria relazione sentimentale – e non solo, attenzione – è naturale. Sono tantissime ogni giorno le persone che, tra una scrollata sui social e un giro sui casino online soldi veri, pensano a quanto sopra ricordato.
Quali sono i segnali che in questa fase non andrebbero trascurati e devono far pensare a una relazione tossica? Prima di tutto la tendenza dell’altra persona a far sentire chi ha intorno in difficoltà. Abbiamo poco fa specificato l’importanza di non guardare solo alle relazioni amorose. L’approccio tossico, infatti, può concretizzarsi anche nell’ambito di un’amicizia.
Nella circostanza appena descritta, si può avere a che fare con una persona con tratti di narcisismo a livello di personalità.
Proseguendo con l’elenco dei segnali di una relazione tossica – e qui dobbiamo per forza di cose focalizzarci sull’ambito delle storie d’amore – un doveroso cenno va dedicato alla violenza economica. Il partner che fa di tutto per dissuadere l’altro dal lavorare – promettendo anche vantaggi economici rilevanti legati al mantenimento – crea un contesto tossico e, ribadiamo, di natura violenta. Lo stesso si può dire per chi pretende di avere un controllo delle spese della persona che ha accanto.
Come non ricordare poi il caso di chi non considera l’emotività del soggetto con cui interagisce e si sfoga come se stesse parlando con un muro e non con una persona che ha l’ovvia necessità di una reciprocità (p.e. un semplice “Come stai?”).
Le sfaccettature da considerare sono tante. Non appena ci si rende conto che anche una sola di quelle elencate – che sono solo una parte del totale – si sta presentando è basilare fermarsi a riflettere e valutare come muoversi.
In merito agli altri segnali d’allarme, non si può non prendere in considerazione il senso di stress costante, così come la difficoltà nel rispondere in maniera affermativa alla domanda “Sei felice?”.
Come uscire da una relazione tossica
Il primo passo per uscire da una relazione tossica è la presa di coscienza. Chi pensa che sia semplice, può anche cambiare idea. Nel mondo in cui viviamo oggi, che ci vede letteralmente terrorizzati al pensiero di rimanere soli – per rendersene conto, basta fare mente locale sul problema dell’iperconnessione – facciamo molta fatica a lasciare andare le relazioni.
Lo step successivo prevede il fatto di razionalizzare la paura. Il timore di fare un cambiamento importante – che non vuol dire per forza mettere fine a un matrimonio, ma anche chiudere un’amicizia – deve essere prima di tutto “salutato” come qualcosa di normale. Non bisogna sentirsi sbagliati perché si ha timore per il futuro. Come già detto, è qualcosa di umano.
A questo punto, si può decidere se farsi aiutare o no. Le strade sono diverse. C’è il supporto degli amici, ma anche quello dei professionisti. Nel caso delle relazioni tossiche, una delle migliori alternative da considerare è quella della terapia cognitivo – comportamentale.
Negli ultimi anni, si sono fatti strada anche altri approcci, come per esempio quello dell’ACT. Acronimo per Acceptance and Commitment Therapy, considera la sofferenza, nel caso che stiamo analizzando la paura di fare un cambiamento drastico nella vita, come la fusione con il contenuto di un pensiero negativo (p.e. la convinzione di non essere capaci di andare avanti senza la persona tossica nella propria vita sentimentale o amicale).
Per uscire da questo vicolo cieco ci sono diverse strategie. Qualche esempio? Parlare a sé stessi come si farebbe con la propria persona bambina o canticchiare il pensiero negativo scegliendo una melodia particolarmente leggera e ironica.